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Arti

Riflessioni Stefano AGuzzoni

 L' ARTE E' UNO STATO D'ANIMO VICINO  ALL'ESTASI
questa frase immortala la potenzialità evolutiva dello scopo, comprendendo sia la forma attiva "artista operativo" che la passiva "fruitore". Entrambe centrifugati nell'unico scopo valevole dell'arte, al di là del tempo e dello spazio: l'evoluzione dello spirito.

Nei secoli, l'arte ha subito influenze mistiche, esoteriche, religiose, politiche, modaiole e quant'altro, ma non sono queste che contano veramente. Se prendiamo per esempio il fruitore dei dipinti di Assisi contemporaneo a Giotto, davanti ad essi egli, bisognoso di cultura, prestava più attenzione alle storie narrate, cercandone i legami attualizzanti relativi alla sua epoca. Il valore pittorico e le magie cromatiche non erano al primo piano, comunque importantissime per lo slancio intuitivo.

Oggi, il fruitore moderno che si trova a contemplare Giotto mette in primo piano l'emozione trascendentale che i dipinti evocano…la narrazione la conosce già, non ha bisogno delle figure sui muri per istruire se stesso o suo figlio dei fatti della storia.

Questa emozione, questo climax che attraversa il cuore, nel tempo rimane l'aspetto più attivo, la narrazione perde d'interesse e il potere rimane nel climax…! …Il cuore dura la mente evapora… Il climax continua a vivere ed a far vivere fin anche a far ...rivivere..!
Si provi ad immaginare, tanto per giocare, un processo inverso; un' opera d'arte moderna proiettata nel passato, per esempio la ruota di bicicletta di Duchamp su un arco di trionfo romano, oppure un opera di Moore in Campidoglio… … fatto? Come si è visto la percezione delle opere è molto diversa, ma la sensazione di disagio dell'opera di Duchamp e la morbidezza avvolgente e scivolosa di Moore rimangono percepibili allo stesso modo.

Quando incontri un'opera d'arte e…c'hai il brividino alla schiena…ti senti una forza magnetica risucchiarti la testa indietro…una stretta al plesso…paura…compassione rifiuto profondo…  …o ne senti un' irresistibile forza di possesso…hai trovato la tua opera..! seguila perché porta un messaggio per te, uno stimolo, un'apertura oppure terapia…!

L'opera d'arte  può piacere anche se non la si è compresa e viceversa. Il critico d'arte conosce a fondo l'arte ma anch'egli fa le sue scelte…dove trova il trasporto, dove trova ..quel qualcosa...dove sente il climax.
La massaia di Voghera può appendere in camera da letto una riproduzione de il giudizio finale di Coppo di Marcovaldo vista nel battistero di Firenze durante una gita, senza saperne né storia né simbologie, …solo perché la fa trasalire…! Il mondo dell'arte è fatto non solo di opere massime, indiscusse sul loro valore artistico,
ci sono innumerevoli opere minori, create da sconosciuti.
Ogni persona ha o potrebbe avere il suo momento d'arte: nel realizzare un piccolo manufatto, nel riuscire a cantare una canzone, nel capire un concetto o qualsiasi altra cosa, se non altro a costruire la propria storia di vita…come si fa a determinare chi è artista oppure no? Come si fa ad accettare il fatto che il prezzo dell'opera può arrivare alle stelle e in altri casi rimanere nelle stalle? Perché c'è chi… "ha talento da vendere"… citando un luogo comune e, ancora più importante, perché  le opere d'arte sono uniche.

Più sono le persone che apprezzano l'opera e la vogliono, più l'opera sale di prezzo. Nel tempo attuale le opere d'arte possono essere duplicate e costare poco quindi tutti possiamo avere a casa la Primavera del Botticelli o il Davide di Michelangelo, ma abbiamo ugualmente bisogno di possedere un'opera d'arte originale perché l'arte crea affezione ci innamoriamo dell'opera …è quasi un mistero il vero motivo e allora compriamo qualcosa  che sia alla nostra portata.

La speculazione e l'investimento economico sono aspetti degradanti per la fruizione dell'opera; essa diventa come qualsiasi altro oggetto con potenzialità  speculative, questo aspetto - mettere in secondo piano il messaggio contenuto per mettere in primo piano il fatto economico - sembra una cosa brutta ma non lo è in quanto il messaggio di un'opera costosissima lo possiamo portare a casa con una copia a basso costo, quindi il giochino dell'investimento rimane solo per coloro che si vogliono divertire senza che l'umanità rimanga senza tanti bei messaggi.

 

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Io voglio bene all'Italia

Io voglio bene all’Italia ! L’Italia vuole bene a me?
Sognando ad occhi aperti ho visto l’Italia diventare pacifista,
con un atto di coraggio senza precedenti l’Italia ha deciso di eliminare ogni tipo di armamenti e militarizzazioni.
Altro che crisi ! L’ho vista diventare in poco tempo ricca, non solo di denari
ma anche di valori umani e le due cose unite vogliono dire benessere.
Non più programmi di guerra mascherati da ipocrite motivazioni di difesa e di pace democratica.
Non più investimenti delle risorse civili per invasioni finanziarie e democratiche di paesi più deboli. Non più sottomissione ai programmi di ampliamento finanziario e militare di paesi più potenti. Con un grandissimo BASTA! alle dottrine prevaricatrici ho visto l’Italia che si umanizzava e intrapprendeva la via della vera guarigione.
Porte aperte e protettiva accoglienza verso tutti i pacifisti che nel mondo sono perseguiti e sterminati. Porte aperte per lasciar uscire coloro che scelgono ancora di perpetuare la prevaricazione, comprare il potere e coltivare il disprezzo.
Come d’incanto ho visto l’Italia essere il miglior esempio al mondo di umanizzazione e il primo paese del futuro…
Ho visto l’Italia fiorire e coprirsi di verde, capire che non era amore ma ipocrisia ciò che prima la guidava.
Ho visto un’Italia senza potere politico, finanziario e religioso; i politici sostituiti da condivisori del bene pubblico,
la scienza ritrovata nella conoscenza e i preti uniti ad altre guide spirituali.
Ho visto l’Italia semplice, umile e accomodante, eleggere la fratellanza come prima regola,
accontentandosi del poco nel materiale e del pochissimo nel consumismo.
Ho visto l’Italia svelare il suo buon cuore non più soffocato dal potere di pochi.
L’ho vista potenziare la sua creatività, disilludersi dal mito del progresso economico e dal principio di sacrificabilità di ogni cosa sia umana che ambientale.
Ho visto l’Italia stare a casa sua come fosse la patria della gioia nel mondo, avanzare con calma senza paura e senza traumi. Un’Italia che può anche oziare..!
Ho visto un’Italia che, ancora una volta insegna al mondo come si fa a crescere e migliorare.Gran Maestra di vita.

Ho visto un’Italia benedetta !

Il sogno è finito e mi sono sentito pesantemente riproiettato nell’attualità :
Un maledetto italiano colpevole di cose che non gli appartengono, gravato di sacrifici tesi ad aumentare Il lardo di chi mi umilierà e mi distruggerà ancora una volta; accusando la mia ITALIANITA’.
Legandomi mani e piedi e condannandomi Dantescamente al taglio delle palpebre.
Tutto ciò non è utopia, penso…, è un sogno…
E noi sappiamo che i sogni un giorno si avvereranno…!

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ADDIO ALLA LIRA

Era carnevale nel 1998, un anno dopo sarebbe entrato in vigore l'euro
la fine della lira era ormai segnata ed io mi presi una libertà da sempre vietata;
scrivere e scarabocchiare sulle banconote, …su quei soldi che sarebbero divenuti carta straccia.  Oggi ritiro fuori quelle opere in quanto mi appaiono più che mai attuali con tutto il dire generalizzato sull' ipotesi di rientro in campo della lira.
Quest'a serie si ricongiunge ad una precedente (di quasi 20 anni) dal titolo "se in Italia comandassi io" (che sarà anch'essa presto esposta in vendita) ed ad uno scritto
del 2011 già qui pubblicato dal titolo "io voglio bene all'Italia l'Italia vuole bene a me ?"
I soggetti caricaturati sulle banconote sono singolarmente ludici e comici, il senso della serie invece porta un messaggio preciso : l'assoluta perdita di valore del denaro contante,
da quando alcuni "geni della finanza" hanno sganciato il doveroso collegamento fra banconote  e oro immagazzinato, le banche hanno preso quel brutto vizio di emettere tantissima moneta virtuale senza suffragio di valore reale.

Cos'altro ci aspetta sul futuro dei nostri soldini, oramai costretti schiavi di questa dittatura bancaria, spietata e malintenzionata, e da questo regime soffocante ? E' chiaro e lampante:
l'eliminazione totale delle banconote circolanti ! Ben presto ci sentiremo dire che al posto dei soldi ci sarà una tessera di pagamento nella quale corrisponderanno tot crediti..!
E così avranno girato la frittata per finire di cuocerla…!!!

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Autore Astemio

Era l'anno 1985, una casa vinicola toscana, nel chianti,
indice un concorso a scopo pubblicitario indirizzato agli autori di
vignette. Io; autore astemio, non potevo esimermi dal partecipare e così
feci a mia provocazione, la quale fu prontamente respinta.
Forse avrei avuto più fortuna se avessi mandato le mie vignette all'associazione
degli alcolisti anonimi ! In ognuna delle tre vignette sono rappresentate  due
realtà contemporanee;  quella del mondo dell'alcool, all'interno della
bottiglia, dove esiste il dramma vicino alla morte,
ed un'altra realtà fuori dalla bottiglia molto più felice e tranquilla.

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LA DOPPIA VALIDITA' DELL'ARTE

La raccolta di Stefano Aguzzoni "Validebisvalide" nasce
durante una sua stagione dell'anima in cui, resosi conto di aver
intrapreso una direzione che non gli apparteneva, fece in modo di non
ostacolare la scintilla vitale insita in ogni essere vivente,
reagendo, come lui specifica, con un taglio netto. Confuso sulla via
da seguire e sulle scelte da chiarire concilia il suo operare con le
sue ricerche spirituali, prendendo spunto da Mondrian, Depero e, a
mio avviso, anche da alcune opere Dada (Arp), soprattutto quando
l'ironia e ciò che può apparire stupido e demenziale rientrano nel
territorio dell'arte nascondendo significati programmaticamente
antisociali. Nonostante l'apparenza di non serietà questi piccoli
collage sono una cosa seria, vi si esplica la capacità di scegliere
la forma più adatta, l'atto mentale anticipa e supera il gesto manuale, lo autorizza solo come gesto necessario alla comunicazione. Stefano compie un gesto simile a quello dei futuristi ma non si propone di distruggere il passato, se ne vuole solo allontanare per poter compiere una scelta definitiva.
Rifugiandosi nel mistero, ritrova la propria essenza ascoltando e palesando i suoi dubbi, i suoi timori ma anche le sue certezze, che ritornano a galla elaborate con lo stile di quel periodo. Non solo ironizza sui luoghi comuni evidenziando la sua maestria nel creare figurine dal forte impatto figurativo ed emozionale ma, nella scelta dei soggetti, alcuni dei quali dal significante totalmente trasfigurato, palesa reminiscenze infantili, dalle quali, riproponendole, tenta di staccarsi.Nella raccolta "Le stelle", opere di misura maggiore, il caos primordiale tende a dissolversi man mano che ci si avvicina al centro del collage, come a sottolineare il fatto che la chiarezza si trova all'interno e tutto il frastuono esteriore può essere eliminato dall'introspezione.

 

Francesca Ottaviani.

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Cocca e l'arte

Oggi avevo voglia di parlare d'arte con qualcuno, dopo alcuni tentativi fallimentari tra il bar e il sagrato, ho rinunciato all'intento, allorquando seduto sulla soglia di casa mi si avvicina una gallina. Le galline sono notoriamente animali telepatici, ma capiscono quello che gli pare. La gallina in questione; Cocca, mi guardava fisso e non muoveva punto la testa, il che vuol dire che era assorta nei miei pensieri. E' bello avere a che fare con le galline, sopratutto con Cocca, ma non l'avevo mai vista così…intensa nello sguardo. Quando le galline ti guardano in un certo modo… fanno paura, è vero? Sono arcigne e si capisce benissimo che si fanno gli affari loro, quando sono in stato di libertà o naturalmente libere. Mentre in cattività sono invece particolarmente interessate solo alla gestualità delle mani di chi le cura e da loro cibo e acqua. Quasi con timore e con lo sguardo basso le chiesi cosa ne pensasse dell'arte. -Cocca: "dèh" (cocca è livornese) "Co co cò..co co…coco co cò"

-Io: " …invece a me interessa, devo capire, voglio capire e chiarirmi…"

-Cocca:  " dèh " " Co Co Co co co co CCo ò " -Io: "  Lo so era meglio che ne parlassi con un umano, in fondo voi galline cosa ne sapete dell'arte ? "

-Cocca:" dèh " "co co co co co co co co "-Io: "…addirittura.., che esagerazione ! " " ma…per concludere insomma tu cosa ne pensi?

-Cocca:" dèh  cococo cococo cococo ", " dèh , co co co cooo " " dèh "
-Io: " be…in fondo è vero, a voi galline l'arte non cambia il destino come invece può succedere ad un umano, voi comunque finirete in padella." " Ed è anche vero che pure noi dobbiamo stare attenti all'arte perché a volte (purtroppo troppo spesso) può diventare veicolo ammiccante e sublimativo di messaggi reazionari e reprimenti. 

E' proprio vero l'arte ti può friggere la mente senza che tu neanche te ne accorga ! "
" Grazie cocca…!  sei stata illuminante. "

 --Cocca: " dèh "

 

                                  DELIRIO COMICO SUL ROMANTICISMO    part. 1                  
La contemplazione per le più selvagge manifestazioni della natura:

montagne, cascate, tempeste ed eventi sociali.

Pur nascendo in periodi precedenti inizia a manifestarsi romanticamente verso la fine del '700,

accrescendo anche l'interesse per religioni esoteriche,
credenze  superstiziose, fantasmi, incubi ecc.
I temi fondamentali dell'arte in tutto l'8OO fino ai primi anni del '900,
furono accompagnati dall'esotismo e dal particolare richiamo
suggerito dall'oriente misterioso e da paesi lontani, puri e primitivi.
L'800, comunque non fu solo questo,

il fenomeno estetico così
travagliato in svariate correnti di mediazione concettuale e formale,
fu proposto dagli artisti in opere che elaborarono le loro posizioni,
più o meno autonome di temi come le realtà naturali,sociali, storiche,
passionali ,scientifiche ed anche religiose.


Questa "manier de sentir" poteva essere perciò percepita solo sog
gettivamente,

ed anche se vi sono state congregazioni, associazioni
comuni o fenomeni di pura tendenza,

per sua natura l'8O0 non ha
prodotto che individualisti Appassionati creatori spontanei che
rifiutando decisamente qualsiasi norma, erano tuttavia impossibilitati a
tagliare decisamente i ponti con l'antica eredità accademica che li
aveva formati.


Sebbene l'artista ottocentesco si opponesse o perlomeno contrastasse


fermamente e pubblicamente l'accademismo ufficiale,

continuò lo
studio degli avi nei musei e nei viaggi in Italia, individualizzando la
personale scelta dei maestri. In contrasto con la realtà dei secoli
precedenti dove gli artisti o gli allievi si muovevano con il preciso
incarico di riprodurre e copiare opere che rispondessero alle esigenze
didattiche o prestigiose delle scuole di origine.

Questa libertà di indagare ed arricchirsi di nuove nozioni portò con
sè anche la responsabilità di nuovi parametri e lo sgomentato 
ridimensionarsi

in vista del grande mutamento scientifico costruttivista
nonché economico che si approssimava veloce e travolgente lungo
tutto l'asse culturale europeo.


Schiere di artisti che si scontrarono o si associarono nel susseguirsi
di eventi fondamentali incalzanti; talmente veloci e repentini da non
permettere chiare e sperimentate valutazioni degli eventi stessi.
Intanto il neoclassicismo rigenerava lo spirito della decadenza barocca
tentando di purificare l'arte con un nuovo stile di significato universale
e validità eterna. Esso venne a delinearsi in un riassunto delle
percezioni visive,per la lettura dell'opera e della selezione di elementi
fondamentali che possono fare di una qualsiasi schifezza un momento
di comunicazione moderna, cioè raffigurazioni, ben costruite, che
andavano oltre l'informazione storica o l'attualità stilistica. Perciò l'artista
preromantico e neoclassico é in una certa ottica un pioniere.


UN PIONIERE CHE SI ADDENTRA IN UN CONTINENTE COME UN
DOCENTE, COSI' ESIGENTE ED ESULTANTE DI LIBERTE', IDEALITE',
RELIGlOSlTE', GENIALITE', PASSIONALITE' E TALENT!


UN DOCENTE CORPORALMENTE lNCONTINENTE, TOTALITARIAMENTE MENTALMENTE E SCIENTIFICAMENTE ADERENTE ALLA LIBERTA' DI lMPORRE LE PROPRIE LEGGI E REGOLE

FERMAMENTE CONVINTO CHE AI POSTERI SARA' DATA L'ARDUA SENTENZA.


Fu il neoclassicismo forse la nave che trasportò questi pionieri
nel nuovo mondo

tagliando il cordone ombelicale con la madre arte?


                                                                                     Part  2

Non dev'essere stata certo una piacevole crocera viste le condizioni atmosferiche e metereologiche di quei tempi,

così come ce le
racconta Turner.
Poveri artisti! Sballottati dalla furia degli elementi, una furia
 che essi stessi alimentavano con i loro cavalletti,una furia incon
trollabile. Ingers saldo al timone seppe, con tale abnegazione,te
nere saldo il timone in una rotta perfetta.Il Canova,da un canto
co ntinuamente impegnato in solenni funzioni funebri per coloro che
 cadevano in mare e dall'altro controllava con occhio clinico la "so
lidité" strutturale dello scheletro della nave sottoposta a così
pesanti urti. A prua David incitava al nazionalismo facendosi in tre
 e giurando per sei, promettendo aquile a tutti.A poppa Goya e Gros
 sobillavano l'ammutinamento. In cabina il tranquillo Corot tranquil
lizzava Constable parlandogli di una natura non avversa al destino
dell'uomo,mentre quest'ultimo, accecato dal brillio di un lampo,
 palesava la strabiliante metamorfosi cromatica che avveniva sulla
sua retina. Blake dall'alto del pennone immerso ora nelle nuvole 
ora nell'acqua aveva delle visioni sublimi che gli annullavano l'is
tinto di sopravvivenza. Fredrich inchiodato come una croce alla po
lena, con un piede su psiche e uno su amore pietrificava le onde in
 monumentali montagne e trasformava i taglienti spruzzi in dolce e
avvolgente nebbia, pronto come Edipo a risolvere l'enigma di una 
eventuale sfinge marina. In coperta Boule e Ledoux avevano appresta
to un rudimentale tecnigrafo e accanitamente progettavano inconsue
te abitazioni sferiche degne di un nuovo popolo colonizzatore e
portatore di "civiltè" là dove Poussin, Winkelmann ma soprattutto Na
poleone, avevano indicate l'esistenza di strane abitazioni piramidali.


Incurante di tutta questa confusione Overbeck convinceva tutti quel
li con barba e capelli lunghi a rinchiudersi nella cappella della
 nave per pregare S.Luca e con le mani alzate ammoniva di non perde
re la fede. Appiani per dispetto distribuiva tra l'equipaggio le
stampe di Epinal con vicende epiche pagane a fumetti e Bonomini vi
firmava la rubrica di moda "il nuovo look del pittore", Hayez, inci
tato da Canova, si gettava al restauro delle falle, "salvare la nave!
 salvare la nave!" gridava, ma oramai chi lo aiutava piu? La nave si
 stava sfasciando e il fischio spaventoso del vento penetrava tra 
le schegge con armonie Wagneriane. Ormai non c'era più  nulla da fa
re la tempesta aveva il sopravvento, non restava altro che seguire
 Blake nella sublimazione degli ultimi istanti, già Turner si bea
va del bianco di una vela strappata dal vento dopo aver visto An
nibale camminare sull'acqua. David fingeva di morire assassinato da
una mano sconosciuta e Flaxman cercava di salvare le porcellane
decorate con scenette epiche 
e quando un'enorme turbine d'acqua e vento travolse la Medusa con 
Dante, Caronte e tutto l'equipaggio, In pochi ma buoni raggiunsero  un pezzo di legno, una zattera.
 Gericault ne prese il comando, pretese subito che tutti si dispo
nessero alla sua maniera ordinando a Delacroix di girarsi dall'al
tra parte, cioè di spalle, con la raccomandazione di non copiare,
a Gros di assicurare i corpi dei morti al bordo così da non perdrerli; potevano servire!


"come?" per esempio come esca per prendere qualche buon pesce che
ci possa sfamare!  Arrivò un grosso orrendo e terribile pesce, della fami
glia Aldrovandri e in mezzo a quella furia di onde e sballottamen
ti invece dell'esca morta si portò via Thorvaldsen, chinato in fuori intento a scolpire dei Fregi nel bordo della zattera.
Trascinato via non faceva una piega non un grido di dolore
se ne andò salutando tutti serenamente.          

 

DELIRIO COMICO SUL ROMANTICISMO  part 3
Consumato il sacrificio, Turner rientrò in sé ed il mare si calmò.
Il capitano scrutò l'orizzonte vide un puntino forse una nave;
alzò una vela per avvicinarsi a quella cosa. Tutti si agitavano mentre lui li ammoniva di non rompere la "composizione",
ma Delacroix esortò dicendo < tu sei come Gros che non vede al di là delle lacrime, quella nave laggiù stà trasportando i marmi di Fidia a Londra,figurati se ci accoglie!> In quel momento il vento cambiò e un forte Foscolo tirò nella direzione
opposta spingendoli fino a riva, distante pochi metri.
Dopo il sobbalzare della zattera contro la rena, si voltarono di
colpo increduli e si resero conto di aver guardato costantemente
per giorni e giorni nella stessa direzione, mentre la riva era
alle loro spalle: < che fessi ! > esclamarono. 
Due bimbi già da diverse ore si godevano quello spettacolo divertendosi alle loro spalle. Erano Daumier e Philippon che con grasse matite disegnavano a quattro mani sulla roccia. Che felicità per il vecchio Goya vedere quelle figurine!
David, Canova, Thorvaldsen, Prudhon, Bonominie Appiani on erano morti!

Erano già arrivati da tempo, e insieme ad altri sembrava proprio che costruissero un edificio sulla battigia, sotto la direzione di Ingres!
< Mi sembra un bagno turco, per sole donne! (il suo grande sogno!)
con un'entrata segreta per soli uomini!… depravati, già li vedo a
lavorar di fantasia! > Ora,attenzione! I naufraghi si ripresero,
… quelli vivi, e commemorarono i corpi dei morti con grande onore e taciturna "complicitè", non prima però di averne ricostruito con vergogna le parti corporee mancanti. Poi li seppellirono in pace. Rude scolpì un grande monumento ai dispersi, molto più grande di lui, troppo! (Sicuramente infiammato da un piccolo dipinto
che Delacroix aveva fatto sui resti della vela stracciata, e che ora era divenuto il nuovo stendardo della compagnia), l'invidia gli aveva cotto la razionalità.
Alla fine della cerimonia da tutte le cattedrali gotiche dei pressi ci fù un grandioso indimenticabile scampanio, tanto incantevole da indurre gruppi di persone a partire alla scoperta di quegli affascinanti campanili. 
Quei cappelloni, mistici e barboni, di Overbek, Pforr, Rossetti, Schadow, Veit, Cornelius e company (per ultimo Pugin),
tutti in fila come frati, belli e misteriosi; li chiamarono Nazzareni, oppure  c.p.,o o.1.,o g.s… ora non ricordo bene perché a quelli…le barriere culturali, le codificazioni stilistiche, gli inquadramenti idealistici e quant'altro poneva dei limiti; non piacevano affatto immersi com'erano " nell'incanto ". Vatti a fidare di loro!

Rigorosamente nascosti da aguzzi capucci neri di juta, si allontanarono dalla spiaggia con passo polveroso verso un bosco di cipressi intonando melodie gutturali. Ognuno di loro trascinando la propria cripta, scoperta e piena di romanzi cavallereschi; Ariosto, Tasso, Cervantes e l'Aguzzoni (che qualche villano,
non faccio nomi, aveva imbrattato con variopinte vernici colorate).
Così, da questo fotogramma d'incanto (rubato ai Monty Phyton nella
sequenza "BUM HAI !") Otto Runghe pubblicò l'opera teorico—speculativa " la sfera dei colori " (subito interdetta da Pio VIl un mio lontano parente di Cesena) in difesa dei barboni; manifestando
pubblicamente le sue preoccupazioni estetiche anche se chiuso in prigione. Peccato però che quest'opera dia merito ad Otto e non a Goethe o a Friedrich. Essa sarà comunque in futuro una buona guida "chimico gastronomica" per molti.
Ma Hayez non la capiva, non la capiva e non la capiva!
Era immerso in un momento di sconforto. Parlava tra sé e sé di colori,
di luci, di riflessi …<ma che colore ha l'ombra e questo colore cambia?>
finchè deciso chiese consiglio a Goya: < che sia colpa di Otto se ora
si dipingono i mostri verdi su sfondi d'oro? monti rossi su fondi a strisce
variopinte o palazzi su fondi a scacchiere multicolor? 
< No preocupe amigo porchè los artistas italianos sonos mas  dentro a
la vieja accademia, che alla teoria revoluzionaria che profesan…>


DELIRIO COMICO SUL ROMANTICISMO part.4

 

< Tam apulados, no me quìeres amigo, no es dignitoso, es rufianos! >

Allora Hayez a sua discolpa e per rivalutare i suoi colleghi azzarda una previsione : < Vedrete che i nuovi artisti penseranno bene di trascurare i valori architettonici per sostituirli con quelli cromatici, ossia negligeranno i problemi prospettici per affrontare quelli coloristici,
col predominio assoluto dell'insieme sul particolare, e perfino della scena sul protagonista >
Friedrich allora si alza in piedi, gonfia le gote e poi esplode: < Bhuuumm! > < proprio voi…, Italiani, che create dei fondali con ruderi per entrarci a fare il romanticismo con le ragazze.
Mai che siate soli! > < chi noi ? > risposero in coro gli Italiani. Riprese Fredrich < Amate innanzitutto il pittoresco, la catapecchia, la leccata, il misero miscuglio di colore, al punto che nelle scene rappresentanti un castello, e sono tante, lo dipingete sempre diruto sempre soffocato dalla più selvaggia vegetazione per meglio assicurare a voi le vostre vittime, mai che si riesca a trovare un castello intero, pulito, con una bandierina…tho ! > < non é assolutamente vero > ribatterono gli Italiani, ma lui continuò. < Ciò del resto corrisponde all'indole sentimentale delle vostre debolezze avide di emozioni artificiali, di solitudine compressa, il rudere deserto, la roccia piena di ombre, di fantasmi, di paure > < guarda che ti sbagli con i francesi > replicarono < loro si che sono artificiali e scentifici>. Hayez ormai scoppiava di bile e squarciò le orecchie di tutti con una frase corta ma incisiva:< La missione dell'artista é di inventare il vero, questo l'ha detto Verdi! > < aaaH…., vedi, non l'hai detto tu !>

risposero i tedeschi in coro. Allora lui da buon "lumbardo" si ricompose, ma era veramente nero per colpa di quei crucchi, con un fil di voce e facendo ironicamente delle mossette garbate e seliziose sottolineò che anche Schumann copiava , per il suo pianoforte, i sonetti di Paganini e finì facendo la lingua. A quel punto Basoli fece ingenuamente una domanda: <Ma la natura parla al cuore o alla testa? > non fece in tempo a finire il quesito che cadde in trance, tinco come uno stoccafisso, mentre l'ectoplasma di Leonardo usciva dalla sua bocca tuonando queste parole:< Attenti o romantici, nei vostri intenti di imitare la natura tale qual'é, nelle arti e nelle lettere, e nell'abbandonare gli esempi e le dottrine poste dagli antichi maestri…! Poiché non entrambi gli scopi voi porterete a termine; uno lo raggiungerete, ma per l'altro cadrete >
nella solita erronea credenza del "vero assoluto in arte", cosicché pur cantando vittoria passerete da un convenzionalismo all'altro, da una formula all'altra. E per codesta presunzione vi sarà chiesta la pena emozionale della malinconia e dell'angoscia. E allora di chi sarà mai la colpa se i figli dei figli dei vostri figli continueranno a credere in una scuola che non sarà più scuola? Fino a quando durerà la maledizione che vi state costruendo addosso…
Fino al 2000 ? > allora tutti insieme escamarono:< eeh……!….. esagerato…!" > l'ectoplasma scomparve.

part. 5

Cammina, cammina arrivarono ai piedi di un grande vulcano.
Freddo, incantevole, autentico, esatto incredibilmente reale e così genuino.
Avvolgenti fumi di mercurio si sprigionavano tutt'intorno.Che stupore vedere la lava
anzi,quella gelatina trasparente che colava dal cratere. Si induriva in sottili strati su ogni cosa toccata.
Macchie chiare e scure apparivano rapide sul velo cristallino per poi trasformarsi d'incanto,
tra mille scoppiettii, in immagini riproducenti il paesaggio circostante.
Non erano specchi, eppure emanavano nell'aria riverberi argentei, che spettacolo!
< Quale miracolo é mai questo ! > esclamarono alcuni < che diavoleria ! > esclamarono altri.
Tutti comunque sbalorditi e attoniti, discuterono accanitamente sull'originale fenomeno.
Alcuni pittori, preoccupatissimi sul loro futuro; " se quella gelatina fosse stata commerciabilizzabile ! "
La stessa suscitava in altri simbologie Voo-Doo come se fossero derubati della loro propria immagine,
la quale veniva catturata in un prisma artificiale assieme allo spirito artistico.
Chi invece sosteneva che l'arte come lo spirito non può essere incapsulata nel mezzo meccanico,
e con ciò si poteva fare con essa della pittura "pura".
Daumier non capiva nulla di questo ambiguo discorso e esclamò:
< Finalmente si potranno fare ritratti caricature e figurine più convincenti ! >
Courbet tuffatosi nel torrente di gelatina spiegò che non gli interessavano i problemi teorici,
ma solo la realtà storica di aver trovato un nuovo procedimento espressivo,
si doveva solo trasportare la gelatina sulla tela e tutte queste macchie avrebbero gratificato,
con grande risparmio di forza lavoro, l'artista.
Ma rimaneva il problema di riprodurre quel fenomeno sulla tela.
Delaoroix, Goya e qualcun altro preferirono evadere, montarono a cavallo per andare all'avventura:
peripezie, battaglie, soldi e donne li stavano aspettando altrove. Prima che si dileguassero nella nebbia
Goya raccolse un po' di quella gelatina e la infilò di nascosto nel tascapane.
Hasenclever si avvicinò ai maestri e consegnò loro ciò che a lui non serviva ormai più;
alcuni pezzi di armatura, una spada, il calco di un piede umano, la statuina di un lottatore,
una bacchetta molto lunga e una speciale bussola in grado di indicare sempre l'accademia più vicina.
< Comprate il Journal per avere nostre notizie, adios amigo ! > e scomparvero.
< Vai anche tu, vai anche tu ! > dissero gli amici a Gericault.
Il poverino, ormai alienato dai fantasmi di Rubens e Van Dyk non riuscì neppure a montare a cavallo,
il quale era stato accecato da un'improvviso scoppio e si allontanò imbizzarrito.
Gericault fece appena in tempo a raccogliere rispettivamente dalle mani protese di Courbet e Hassenclever 
un sombrero, una chitarra e un mazzolino di "non ti-scordar-di-me-"
prima di scomparire nella nebbia alla ricerca del suo cavallo fuggito.
Di sottofondo facevano eco le acute risate di Daumier che si divertiva a distorcere immagini catturate nella
gelatina, le faceva roteare in vari modi tra le dita terminando poi col farle scoppiare suscitando un alto livello
di tremore e divertimento nei presenti.
La compagnia avanzò lungo il sentiero, dopo poco camminando sul vulcano trovarono un cartello
indicante una località…particolare…: " la grotta delle opinioni ".
Quel cartello indicava l'inizio di una strada ampia e veloce lastricata di caratteri tipografici, chiamata via Bodoni.
Allora esultanti di gioia i giovani Daumier e Philippon, in piedi sopra una pietra miliare,
perfettamente liscia sebbene scolpita, esclamarono: < é questa la nostra strada fidatevi ! > e andarono avanti.
A questi si unirono subito altri due giovanetti Doré e Grandville,
un po' straccioni ma così bravi e pieni di talento da stupire chiunque.

 

parte 6

 
"CON UN SAPIENTE USO DELLE OPINIONI SI CONFERISCE ALL'ARTE UN CARATTERE UNIVERSALE.
                                           Pulisciti i piedi grazie!"

Era scritto sullo zerbino all'entrata,
titubanti lo calpestarono e così tutti entrando nel buio della grotta. PSS,PSS,PSS...
mille fiammelle si accesero e fu un incanto ammirare quella meravigliosa cattedrale naturale,
mentre un forte odore di tartufi si levò in aria come incenso.
Scorsero un lago in quell'immensa grotta: il cavernoso golfo mistico della fata Morgana,
enfatizzato dal notevole intercalarsi di sipari fatti di roccia.
A quel punto il Basoli abbagliato dalla stupenda visione pronunciò queste parole:
< Bisogna attingere vita nel simbolo, nel cromatismo psicologico e nel vorticismo magnetico >
Si lasciò quindi trasportare dalla fata e rimase per sempre suo schiavo: " il pittore di caverne ".
A turno si alzavano i sipari e ogni volta il rumore si ripeteva uguale: PAFF, PAFF, PAFF...
precedeva l'arrivo della luce, l'accensione di mille sferette di vetro opaco, che a loro volta illuminavano le scene.
< Ma che razza di luce é ? > Si domandarono. < Eletrizza i colori e dà un tono troppo azzurro hai bordi. >
Un flauto magico sottolineava il susseguirsi delle scene; ora gli scorci architettonici del Fontanesi,
del Sanquirico, del Cocchi. Ora i bei castelli del Ferri e quelli diroccati del Ricci e del Ferrario.
Caverne con dietro altre caverne erano gli scenari
con scorci che lasciavano scorgere l'ininterrotto scorrere dei soldati di David sugli sfondi di Gros.
Un lato della scena impegnata in un’enorme incendio sprigionatosi dalla grotta del Fontana,
che era in allestimento per il ballo " lo spirito del male ".
I visitatori costretti ad uscire a causa dell'incendio affrontarono l'uscita, attraverso un lungo tunnel affrescato.
Graffitato con abnegazione dal capitano Ingres, che tutti rimpiansero. C'era il suo " sogno di Ossian "
vicino a quello di Gerard, e un pò più in là Zandomeneghi che, prendendo spunto da quelli,
illustrò velocemente la sua versione completamente diversa indubbiamente rinnovata.
Sorpresa ! Alla fine del tunnel si resero conto di essere capovolti; a testa in giù.
Stavano camminando sul soffitto, non solo ! erano anche rimpiccioliti, come fossero dentro ad una lente
< Come é possibile questo ? > 
Mentre si avvicinavano all'uscita, rotonda e completamente ostruita da una cascata d'acqua compatta,
Tutto intorno a loro comparivano strani sassi argentati ed aumentavano sempre più. Era soffocante.
Intravidero una luce disegnata da un oblò accanto una grande figura umana svettava in controluce.
< Ecco il segreto ! questo cristallo detto la pietra infernale mi permette di riprodurre le immagini
sulla tela come e quando voglio… > incutendo terrore e curiosità a tutti continuò:
< Io Daguerre il signore di questo vulcano dono a voi, meritevoli pittori e artisti questo strumento.
Ma state ben attenti poiché lo dovrete difendere, i vostri nemici saranno scienziati predatori,
commercianti ladroni e speculatori assassini ! > e con ancor a più enfasi proseguì
l'angoscioso ammonito < Mi raccomando….in futuro diffidate assolutamente di un certo Kodafie
e di quella maledetta frase che cercherà di pronunciare continuamente
" SCHIACCIATE IL GRILLETTO E NOI FAREMO IL RESTO " (***della macchina fotografica )
purtroppo ed inevitabilmente nessuno di loro riusciva a comprendere qualcosa di quelle parole.
Non capivano a cosa si riferisse monseur Daguerre.
< Voi non capite, ma dovete impedire a tutti i costi che questo Kodak porti a termine il suo scopo,
altrimenti si scatenerà un movimento di dilettanti che andrà oltre ogni limite,
moltiplicando all'infinito le occasioni di intreccio fra arte, tecnica e fotografia >
parte 7


 
"CON UN SAPIENTE USO DELLE OPINIONI SI CONFERISCE ALL'ARTE UN CARATTERE UNIVERSALE.
                                           Pulisciti i piedi grazie!"

Era scritto sullo zerbino all'entrata,
titubanti lo calpestarono e così tutti entrando nel buio della grotta. PSS,PSS,PSS...
mille fiammelle si accesero e fu un incanto ammirare quella meravigliosa cattedrale naturale,
mentre un forte odore di tartufi si levò in aria come incenso.
Scorsero un lago in quell'immensa grotta: il cavernoso golfo mistico della fata Morgana,
enfatizzato dal notevole intercalarsi di sipari fatti di roccia.
A quel punto il Basoli abbagliato dalla stupenda visione pronunciò queste parole:
< Bisogna attingere vita nel simbolo, nel cromatismo psicologico e nel vorticismo magnetico >
Si lasciò quindi trasportare dalla fata e rimase per sempre suo schiavo: " il pittore di caverne ".
A turno si alzavano i sipari e ogni volta il rumore si ripeteva uguale: PAFF, PAFF, PAFF...
precedeva l'arrivo della luce, l'accensione di mille sferette di vetro opaco, che a loro volta illuminavano le scene.
< Ma che razza di luce é ? > Si domandarono. < Eletrizza i colori e dà un tono troppo azzurro hai bordi. >
Un flauto magico sottolineava il susseguirsi delle scene; ora gli scorci architettonici del Fontanesi,
del Sanquirico, del Cocchi. Ora i bei castelli del Ferri e quelli diroccati del Ricci e del Ferrario.
Caverne con dietro altre caverne erano gli scenari
con scorci che lasciavano scorgere l'ininterrotto scorrere dei soldati di David sugli sfondi di Gros.
Un lato della scena impegnata in un’enorme incendio sprigionatosi dalla grotta del Fontana,
che era in allestimento per il ballo " lo spirito del male ".
I visitatori costretti ad uscire a causa dell'incendio affrontarono l'uscita, attraverso un lungo tunnel affrescato.
Graffitato con abnegazione dal capitano Ingres, che tutti rimpiansero. C'era il suo " sogno di Ossian "
vicino a quello di Gerard, e un pò più in là Zandomeneghi che, prendendo spunto da quelli,
illustrò velocemente la sua versione completamente diversa indubbiamente rinnovata.
Sorpresa ! Alla fine del tunnel si resero conto di essere capovolti; a testa in giù.
Stavano camminando sul soffitto, non solo ! erano anche rimpiccioliti, come fossero dentro ad una lente
< Come é possibile questo ? > 
Mentre si avvicinavano all'uscita, rotonda e completamente ostruita da una cascata d'acqua compatta,
Tutto intorno a loro comparivano strani sassi argentati ed aumentavano sempre più. Era soffocante.
Intravidero una luce disegnata da un oblò accanto una grande figura umana svettava in controluce.
< Ecco il segreto ! questo cristallo detto la pietra infernale mi permette di riprodurre le immagini
sulla tela come e quando voglio… > incutendo terrore e curiosità a tutti continuò:
< Io Daguerre il signore di questo vulcano dono a voi, meritevoli pittori e artisti questo strumento.
Ma state ben attenti poiché lo dovrete difendere, i vostri nemici saranno scienziati predatori,
commercianti ladroni e speculatori assassini ! > e con ancor a più enfasi proseguì
l'angoscioso ammonito < Mi raccomando….in futuro diffidate assolutamente di un certo Kodafie
e di quella maledetta frase che cercherà di pronunciare continuamente
" SCHIACCIATE IL GRILLETTO E NOI FAREMO IL RESTO " (***della macchina fotografica )
purtroppo ed inevitabilmente nessuno di loro riusciva a comprendere qualcosa di quelle parole.
Non capivano a cosa si riferisse monseur Daguerre.
< Voi non capite, ma dovete impedire a tutti i costi che questo Kodak porti a termine il suo scopo,
altrimenti si scatenerà un movimento di dilettanti che andrà oltre ogni limite,
moltiplicando all'infinito le occasioni di intreccio fra arte, tecnica e fotografia >
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