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Arti

LA VOCE AUTOREVOLE E LIBERA DI FRANCESCA OTTAVIANI

 

LIBERA VOCE
Agli inizi del 2012 mi è stata data la possibilità di partecipare al progetto Artionline.
Ho così ripreso un percorso interrotto dopo la laurea per motivi personali:
i tirocini formativi per l'abilitazione all'insegnamento erano appena stati sospesi così ho continuato la mia formazione frequentando corsi post lauream e Master universitari che poco avevano a che fare con l'indirizzo storico artistico che tanto mi appassiona.Ora, finalmente, anche se senza retribuzione, mi si presenta l'occasione di poter scrivere d'arte, comprendere come si muove il mercato delle opere, esprimere la mia opinione sotto forma di voce autorevole e libera, concepire le differenze tra arte applicata al mondo del lavoro (fruibile e immediata) da quella fine a se stessa (più criptica) distinguendo sempre il valore commerciale da quello figurativo-concettuale che la caratterizza.  
Questa esperienza mi permetterà anche di approfondire le mie conoscenze e di esplicarle a chi leggerà. Ad attrarre il mio interesse a partecipare a questa avventura sono stati anche: il progetto di devolvere in beneficenza l'1% del guadagno delle opere vendute su Artionline, la trasparenza delle transazioni e la volontà di investire il guadagno per promuovere eventi a tema che saranno occasione per conoscere gli artisti del sito e comprendere come interagiscono tra loro. Non si tratta di un movimento ideologico, ognuno mantiene a propria autonomia e la propria visione ma durante gli eventi saranno chiamati a proporre il proprio stile per esplicare un unico tema e, sinceramente, sono proprio curiosa di vedere  come si relazioneranno tra loro e quali opere d'ingegno presenteranno per svegliare i "distratti" della società e renderli partecipi della loro performance.
 
Evoluzione
 
Viviamo un periodo storico ricco di evoluzioni significative: la consapevolezza dell'uomo nei confronti del pianeta terra sta aumentando e ciò si evince dalle diverse iniziative che si concretizzano per elaborare questo periodo privo di filosofia. Una nuova consapevolezza "ecologista" sta portando alla creazione di una nuova società, in cui le persone di diversa provenienza e cultura devono imparare a convivere tra loro e con il pianeta in cui risiedono. Si parla di "Ascensione planetaria", di "Fine dei tempi", di "Salto quantico" e comunque di qualche evento che porterà una profonda trasformazione della visione materialistica e limitata dell'uomo. Le tracce dell'evoluzione in corso si ripropongono nei diversi settori esistenziali e anche in campo artistico dove sta prendendo piede la realizzazione di opere dallo spiccato senso etico e morale: inquinamento, malavita, violenza, ogni forma di sopruso, vengono denunciati da diversi artisti (pittori, scultori, fotografi, grafici, scenografi, ecc..) per farci riflettere su temi sociali e sugli
stereotipi creati dalla nostra società. Questi artisti escono dagli schemi, dai parametri della cultura dominante modificando ogni regola: in alcuni casi si nota un trionfo del caos, in altri il rigido tecnicismo sembra voler suggerire il bisogno di rifarsi a regole (di vita) ormai perdute, altri denunciano lo stato del pianeta proponendo opere create con materiali di scarto, inquinanti, per stimolare l'uomo al riciclo, alla differenziazione. A mio avviso l'arte ha un ruolo culturale fondamentale, quello cioè di percepire le evoluzioni future e di renderne partecipe la società e gli artisti che più mi attraggono sono quelli che non si limitano ad ottenere oggetti di design dal materiale di scarto, ma coloro che intrinsecamente aggiungono alle loro opere un'interpretazione metaforica della condizione contemporanea. L'evoluzione ecologica è già attiva da tempo e i precursori ( Warhol in primis ), avevano colto in pieno i segnali di ciò che ora si palesa agli occhi di tutti: il consumismo smodato distrugge l'ambiente. Non mi meraviglierebbe che l'evoluzione artistica ora porti alla realizzazione di scenari catastrofici. Quanto ci vuole per fare un passo indietro e vivere secondo natura?

 

Inaugurazione ArtiOnline

Il 9 Dicembre ha preso il via l'avventura di ArtiOnline. L'inaugurazione si è svolta al teatro Giustiniano Villa di Sant'Andrea in Casale (San Clemente, RN, Italia). Gli artisti hanno partecipato esponendo alcune della loro opere.

Mauro Pasini, ha esposto l'opera catalogata nel sito con il numero 107 e intitolata "Garbino".Si tratta di un opera realizzata durante l'estate 2010, dopo una passeggiata lungo il fiume Conca. Da romagnoli conosciamo bene la sensazione che il vento Libeccio (e Garbein) provoca: un'eccitazione quasi fastidiosa, un turbinio dentro e fuori dal corpo,
la mente e gli occhi si socchiudono, quasi a voler impedire a quel vento di penetrare
troppo all'interno. Questo si ritrova nel dipinto di Mauro, uno spaccato di fiume battuto dal vento snervante, che fa strizzare gli occhi sfuocando i contorni e rendendo quasi monocroma la visuale; ha creato una decina di opere che riportano le sue sensazioni emozionali nei confronti dell'ambiente, opere per le quali imposta una base ad olio e alle quali aggiunge poi diverse tipologie di materiale.

Troviamo poi l'opera di Rocco Luca Giangreco, catalogata sul sito con il numero 020,
intitolata "Pensando a Cristo" e realizzata nel maggio 2012: Luca ha infatti trascorso
la primavera e l'estate scorsa ad approfondire lo studio di questo soggetto, il personaggio "Cristo" colto in espressioni del volto che ripropongono quello che ci è stato tramandato dalle scritture. Le emozioni provate da un uomo accusato, non compreso, giudicato e poi condannato, vengono riproposte da Luca con svariate tecniche pittoriche che vanno dall'utilizzo della matita, come in questo caso, del pennello senza disegno preparatorio, dell'inchiostro di china. Qui la realizzazione con una tecnica classica, utilizzando una matita molto morbida, viene però integrata dall'utilizzo di tratti svincolati dalla usuale creazione del chiaroscuro: non una consona disposizione di linee, ma un'estrapolarsi delle parti in luce attraverso l'acutizzarsi delle parti in ombra. Con pochi tratti veloci si ottengono tutti i volumi: chiaro lo studio dell'anatomia umana e dei grandi del disegno da parte dell'artista.

Paolo Bernucci ha esposto un disegno (n° 005 sul sito) dal titolo "Verniciatore": è il ritratto,
realizzato con pastelli colorati su cartoncino ruvido, di un verniciatore di biciclette e motociclette, Roberto Bignardi, amico di vecchia data di Paolo che quest'ultimo ha definito anche "L'uomo che ne ha fatte di tutti i colori", grazie alla sua abilità di proporre titoli che creino corto circuiti sintattici (come lui li definisce) e che a mio dire donano ironia e leggerezza ad opere di difficile e paziente elaborazione. La realizzazione di quest'opera infatti si è prolungata per quattro anni, particolare cronologico evidenziato dal timer "asburgico" collocato nella teca di vetro posta sul cavalletto di fianco al ritratto. Con il trascorrere del tempo il soggetto è passato in secondo piano,sostituito dall'interesse per il processo esecutivo: ogni quadrato sostiene il multicromatismo dell'immagine e anche se a Paolo non sembra di aver realizzato un opera "fotografica", ritengo che i particolari del tessuto del giubbotto, della pelle del viso e del collo segnata dal tempo,donino effetti di grande realismo.
 
Vi era poi l'opera esposta da Alessandro Piras intitolata "Levrieri""Cavalli in corsa su blu"
presente sul sito con il numero 010. Il soggetto degli animali in movimento è particolarmente caro ad Alessandro come si può notare anche da altre opere esposte nel sito. Se da buon grafico, non ha perso l'interesse per il realismo statico, si sta dedicando da tempo a riproporre il movimento dinamico e le espressioni emozionali di chi lo compie. In quest'opera Alessandro riporta il silenzio e la concertazione nella confusione, l'attimo di distacco da ciò che ci circonda perché profondamente impegnati in ciò che ci interessa. Lo stesso utilizzo del blu oltremare spalmato con un segno graffiante e la luce radente calano l'opera in un'atmosfera surreale che potrebbe definirsi con l'ossimoro "silenzio rumoroso o rumore silenzioso".

Stefano Aguzzoni, artista e scenografo, ha esposto l'opera "Mare nostro" (catalogata con il N°92 tra le sue opere) con la quale palesa il suo rinnovato interesse per la tecnica del decoupage: attraverso l'inserimento di ritagli di giornale che raccoglie dagli anni settanta sta realizzando una serie di opere che sono già visibili sul sito. Stefano si prefigge l'intento di creare un oggetto optical che tenda a disorientare la percezione visiva sviando l'occhio dalle sue abitudini cognitive e inoltre a creare un'opera che riservi sempre una piccola sorpresa anche dopo averla guardata e riguardata  diverse volte. La realizzazione in polistirolo e vetroresina rivestita dona all'onda che si infrange sulla bitta una grande plasticità. Si possono osservare flora e fauna marina, ma anche l'essere uomo
che con queste interagisce con presunta benevolenza, ma non sempre rispetta l'integrità del mare, la sua tranquillità e la sua fisionomia: con i suoi interventi, come quello di edificare porti, evidenziato dalla presenza della bitta, l'uomo interrompe il normale scorrimento dei flutti marini e altera con l'inquinamento e il conseguente innalzamento delle temperature, le stesse acque, permettendo così la presenza di pesci tropicali nel nostro mare.

Purtroppo il blogger del sito, Claudio Casadei, non ha partecipato all'inaugurazione per cause di forza maggiore, ma avremo comunque il piacere di ascoltare presto le sue opinioni.


Buona fortuna a tutti!

 

Mare d'emozioni.
                
Ho ricordi di un'infanzia dal mare precluso, per via del sole nocivo, della confusione, della paura.
Eppure la distesa d'acqua torna spesso nei miei pensieri come qualcosa di ancestrale.
Vedo scogliere che si aprono sul blu infinito, un faro, aquile che hanno nidificato tra gli anfratti scoscesi.
Allora i preconcetti svaniscono, sostituiti da uno smisurato sentimento di pace e consapevolezza: è dall'acqua che veniamo e senza di essa il nostro corpo di luce non avrebbe potuto sperimentare l'esperienza in un corpo fisico.
                                                           Francesca Ottaviani