Translate

Arti

Le 7 sigarette di Hart-8 Tavole

Le sette sigarette di Hart- fotoromanzo giallo vintage. Testo e foto di Stefano Aguzzoni

Maggiori dettagli


Le sette sigarette di Hart è un racconto giallo affiancato ad una serie di immagini
in B&N che sublimano la storia ma ne rimangono al contempo ancorate.
Una storia semplice che contestualizza una sequenza d'immagini difficili e impegnative da interpretare ma piacevolmente gradevoli. A monte c'è una seria ricerca di trovarobato, costumistica e trucco, gli scatti sono stati eseguiti con un' Hasselblad e i personaggi sono una coppia di amici con i profili straordinariamente vintage. E così in una piccola mansarda all'inizio degli anni ottanta ha preso corpo la storia.

Qui di seguito il testo di ogni pagina:

1
Composi il numero del Vender Stanley Institute chiedendo di Elisie Osmont
assistente del professor Leadbeater. Elisie era assente.
Le avrei fatto una sorpresa andando a trovarla di persona.
L'avevo rincontrata qualche sera prima al Metropolis. La trovai veramente più piacevole e attraente di come la ricordavo. Ero sicuro di piacerle.
Bussai inutilmente, poi entrai per lasciare un messaggio.
---------------------------
Un tenue spiraglio di luce fendeva il buio della stanza.
Avanzai fino ad urtare il letto, mi tirai indietro con raccapriccio.
Capii perfettamente. Trovato l'interruttore accesi la luce.
Quello che era stato il corpo pieno di vita di Elisie penzolava appeso ad una corda,
attaccata al lampadario.
------------------------------------------------
Il gelo mi attanagliò. Cercai freneticamente qualche indizio.
Portai con me una fiala rotta e una strana palla elettrica che trovai a terra.
Dal primo barche incontrai feci una telefonata alla polizia,
senza rispondere alle insistenti domande di identificazione.
Il barman mi versò del whisky, ne avevo urgente bisogno.
Accesi una sigaretta e riflettei.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
2
Mi chiesi se al centro di questa faccenda vi fossero le ricerche di
Leadbeater di cui mi aveva involontariamente parlato Elisie. Allora
decisi di curiosare nel suo laboratorio. Entraial W.S. Institute e
mi accordai con alcuni studenti, che per pochi dollari mi avrebbero
analizzato la fiala. Il gabinetto chimico del professore era libero,
sentivo comunque di avere poco tempo.
-------------------------------------
Geroglifici di chimica incomprensibili, ma scorsi qualcosa; un diario.
Formule e disegni, poi un avvallo del direttore per nuove attrezzature
e la sollecitazione di riserbo assoluto sulla ricerca.
Ritirai le analisi, purtroppo deludenti; acqua e zucchero.
Dove si nascondeva la spiegazione di tutto? Chissà sospirai
guardando il brillio in cima alla sigaretta.
-------------------------------------------
Tuttavia vi sono sensibilità sviluppate per ciacuna professione.
Fiutai una pista.
Paul Mancuso doveva certamente saperne qualcosa.
Programmai così di ritornare a Broadway
per incontrarlo al Metropolis. Mi ritrovai con un pacchetto di sigarette vuoto e schiacciato in mano, adocchiai una vecchia cicca abbandonata su uno spigolo della scrivania. Detti due boccate e me ne schifai, chissà di cosa era intrisa.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
3
In direzione Broadway mi capitò un incidente stradale,ciò che mi stupì
fu un uomo che cercò di uccidermi. Lo inseguii per una di quelle strette
stradine serpeggianti e buie fra lotti in costruzione, poi lo persi
correndo verso il fiume, inghiottito nella nebbia.
Beh, da tempo ormai non mi entusiasmo facilmente.
Ripresi nuovamente per il Metropolis.
-----------------------------------------
Lì seduto ad un tavolo, dopo due ore di attesa avevo già fumato tante sigarette da riempire il posacenere. Quando finalmente arrivò Mancuso.
<Hai visto Elisie ?> domandai innocentemente. <Nessuna Elisie> brontolò con astio.
Con movimenti lenti l'ultima sigaretta affogava nella cenere,
poi d'improvviso lo presi per il collo.
-----------------------------------
Dalle sottili labbra dell'italiano uscirono le parole che cercavo:
<Quale rossa?> sbatacchiando con più violenza: <una certa …
Jane, ex ballerina, ora speaker qui a NY > Quando uscii con un ultimo goccio
nella bottiglia le strade iniziavano ad intasarsi di traffico.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
4
In auto mi misi subito all'ascolto di "radio rebus" il programma di Jeane.
< l'aquila ha catturato la preda. L'abbondanza di cibo la rende felice>
Mi feci assumere come aiuto cronista della misteriosa Jane,
e mentre mi presentavo all'emittente partiva un messaggio:
<il cacciatore minaccia l'aquila e la sua preda>.
Quella sera stessa la stringevo a me.
------------------------------------------
Jane cominciò a slacciarsi la cintura adagio, adagio aprì la vestaglia.
Anche la sua stanza stimolava appetito carnale. Giù in strada
due negri facevano del blues. < credimi bello, ho ballato nei migliori
locali di Broadway e Los Angeles. Sono brava sai !> Lo era davvero!
Più tardi, mentre dormiva, notai oggetti simili a quelli di Elisie,
e un oscuro individuo che mi spiava.
-------------------------------------------------
Con il revolver mi fece segno di tacere. La mia lama brillò e lo colpii con mortale silenzio. Ma un colpo partì dalla sua pistola. Tornai verso
Jane e girando il cono di luce trova il motivo della sua immobilità;
un foro nero alla tempia. I suoi occhi erano aperti e fissi, accanto al letto un foglietto con un rebus: " D:S: . . ." Tornai a casa di Elisie, ma non trovai nulla. qualcuno mi seguiva senza intervenire.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
5
Per precauzione dal milo appartamento avvisai il tenente Barry S. sulle mie intenzioni. Combinammo uno scambio. Mentre io uscivo diretto al
W.S. Institute Barry si nascose da me, dove poco dopo assisti alla perquisizione
tattica del mio ufficio ad opera di due russi, che se ne andarono con il biglietto rebus di Jane. Barry li seguì, come previsto.
All'istituto, in fondo alle scale, il direttore Sherman chiedeva di me.
------------------------------------------------
Assieme ci dirigemmo nel suo ufficio. < bene Hart, lei è arrivato ad un buon punto
ma ho l'ordine dell' FBI di fermarla.
Dia retta a me, fa ancora in tempo a dimenticare tutto >
Riaccompagnandomi alla porta mi offrì perfino del denaro.
Non avevo nessuna intenzione di abbandonare.
------------------------------------------------
Il ricordo di Elisie mi tormentava sempre più.
Dovevo scoprire il motivo della sua morte. Chiesi del ufoco.
Mi sentivo ribollire; deve ancora nascere il bastardo che può fermarmi.
Non mi convinceva la sua appartenenza all FBI ; sudava troppo!
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
6
L'istituto era vuoto, mi dieresi al laboratoriomdel dott. Leadbeater,
ormai sapevo come entrare. Gli strumenti erano manomessi sul pavimento
provette rotte, fogli strappati sul fuoco, poi un nascondiglio, dentro un microfilm.
Lo guardai, la terrificante proiezione mi colse impreparato, mi separò le idee;
tale era la potenza di quella maledetta sostanza.
Aprii il pacchetto di sigarette, ma era impietosamente vuoto.
----------------------------------------------
La mia tasca era indubbiamente il luogo più sicuro per il microfilm.
Gettai il pacchetto di sigarette dopo averlo stritolato.
Mi diressi deciso verso l'ufficio di Sherman. giravo lo sguardo e non mi fidavo. Tutti sapevano che la mia specialità come investigatore era il fatto che i piani mi si
formavano fulmineamente in testa a secondo delle circostanze.
---------------------------------------------------
Nella penombra del corridoio rivedevo il bianco viso di elisie,
ma la lucentezza dei suoi occhi potevo appena indovinarla.
Il miraggio svanì e un brivido mi percorse come un binario,
come un segnale.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
7
Come un bolide varcai la porta di Sherman. Due uomini stavano uscendo da
un falso pannello. Feci per fuggire ma mi immobilizzarono. I russi !
Fui trasportato nella stanza segreta e legato.
Qualcuno parlò alla ricetrasmittente. Non capivo granché, era chiara però la vicinanza di una unità navale spia. D'un tratto pensai a Barry.
-------------------------------------------------------
Quando se ne andarono, il più grosso restò a farmi da balia.
Accese una sigaretta e ma la porse. Era schifosa ! Intrecciò le mani e le fece
scricchiolare. Si avvicinò minaccioso, come assomigliava a quello ucciso in casa di Jeane ! Cominciò a colpirmi. I lacci si sciolsero, ma ormai ero alla sua mercè. Come una benedizione Barry sfondò la porta,
ma cadde inciampando.
---------------------------------------------------------------
Mentre Barry e il russo rotolavano raggiunsi un'arma e la puntai sotto il naso
 del bastardo. Era grasso e grosso, forse un osso duro.
Il suo viso mostrava segni d'intelligenza, rise,
Il fumo della pistola contornò quel viso inebetito mentre Barry si precipitava alla radio. Qualcuno attendeva nostre notizie.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
8
Fissai per un attimo Barry che trasmetteva, poi mi sporsi dalla finestra,
fuori c'era una macchina scura, nota. <Questa è una brutta faccenda>
disse Barry trascinandomi fuori. In strada la macchina ci venne incontro, la guidava una donna. Aprii lo sportello,…dentro cìera Elisie !
Come in una cattedrale risuonò la sua voce; <accomodati !>
--------------------------------------------------
Mi vedevo muovere un po' impacciato. Sanguinavo dal naso e dalla bocca.
Reggevo le mani sullo sterno e il mio viso era quello di un uomo
selvaggiamente picchiato.
Nei miei occhi c'era la tempesta.
---------------------------------------------
Dal finestrino notai un pezzente raccogliere un mozzicone.
Suoni e rumori si sopvrastavano percepiti a rovescio.
Senza guerdarla gridai : <ma tu eri morta !>
soave lei mi rispose; <lo credevi davvero Hart ?>.